All’interno delle attività di prevenzione previste dalla medicina del lavoro, l’esame audiometrico è uno degli esami strumentali più importanti per tutelare la salute dei lavoratori.
Questo test audiometrico rientra tra gli accertamenti previsti nell’ambito delle visite mediche per lavoro, obbligatorie secondo il D.Lgs. 81/08 per i lavoratori esposti a rumore.
Il controllo audiometrico è uno strumento fondamentale per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori impiegati in ambienti rumorosi.
Cosa vuol dire esame audiometrico?
L’esame audiometrico, noto anche come prova audiometrica o test audiometrico, valuta la capacità uditiva del lavoratore tramite la misurazione della soglia uditiva a diverse frequenze.
Ha l’obiettivo di diagnosticare tempestivamente riduzioni della capacità uditiva, anche minime.
In ambito della medicina del lavoro, l’audiometria consente di monitorare lo stato di salute dell’udito nel tempo e di intervenire tempestivamente in caso di alterazioni.
A cosa serve l’esame audiometrico?
Il test audiometrico ha una funzione preventiva e protettiva. Permette di:
- Verificare l’idoneità alla mansione, in relazione al rischio uditivo;
- Rilevare precocemente danni uditivi causati da esposizione a rumore;
- Controllare l’evoluzione nel tempo della salute uditiva;
- Adottare misure correttive, come l’uso di DPI uditivi o cambiamenti organizzativi.
Chi fa l’esame audiometrico?
L’esame audiometrico è prescritto ed eseguito dal medico competente, nel quadro delle visite mediche per lavoro. Viene effettuato:
- Durante le visite preventive, periodiche o di rientro da lunga assenza;
- In caso di cambio di mansione;
- Su richiesta del lavoratore, in presenza di disturbi uditivi.
Devono essere sottoposti a questo esame tutti i lavoratori esposti a livelli di rumore superiori ai valori limite stabiliti dal D.Lgs. 81/08, Titolo VIII, Capo II, che prevede l’attivazione della sorveglianza sanitaria in caso di esposizione quotidiana superiore a 85 dB(A).
In particolare, il controllo audiometrico è obbligatorio per le seguenti categorie:
- Operai metalmeccanici e addetti a macchinari rumorosi (torni, presse, seghe);
- Tecnici di manutenzione industriale;
- Personale di produzione nei settori chimico, tessile, alimentare, plastico;
- Lavoratori edili: muratori, carpentieri, operatori macchine movimento terra;
- Autisti e operatori della logistica;
- Agricoltori e forestali con uso di trattori, motoseghe o strumenti a motore;
- Addetti aeroportuali e ferroviari;
- Personale in centrali elettriche o impianti industriali;
- Operatori ecologici e della raccolta rifiuti;
- Tecnici del suono e lavoratori in ambienti musicali ad alto volume.
Il medico competente stabilisce la periodicità dell'esame in base al rischio.
Come si svolge l’esame audiometrico?
L’esame audiometrico è una procedura semplice, non invasiva e totalmente indolore, che consente di valutare la sensibilità uditiva del lavoratore attraverso la misurazione della sua soglia uditiva.
All’interno del protocollo sanitario previsto dalla medicina del lavoro, questo test audiometrico viene eseguito in ambienti idonei, silenziosi o insonorizzati, per garantire la massima precisione dei risultati.
Le fasi principali della prova audiometrica sono:
- Accoglienza del lavoratore e raccolta delle informazioni preliminari: Il personale sanitario verifica l’eventuale presenza di sintomi uditivi (ronzii, acufeni, difficoltà di percezione) e controlla che il lavoratore non sia stato esposto a rumori intensi nelle 12 ore precedenti l’esame.
- Posizionamento nella cabina silente o ambiente schermato acusticamente: Il lavoratore viene fatto accomodare in una cabina silente, ovvero una struttura insonorizzata appositamente progettata per eliminare i rumori esterni e ridurre il riverbero interno. Questa condizione acustica controllata è fondamentale per garantire l’accuratezza del controllo audiometrico. In alternativa, quando la cabina non è disponibile, l’esame può essere eseguito in un ambiente schermato acusticamente, purché conforme agli standard richiesti per la corretta rilevazione delle soglie uditive.
- Applicazione delle cuffie e spiegazione della procedura: Vengono posizionate delle cuffie acustiche collegate a un audiometro. Il lavoratore viene istruito su come segnalare la percezione dei suoni.
- Esecuzione del test audiometrico: L’operatore sanitario invia toni puri a frequenze e intensità diverse attraverso l’audiometro. Il lavoratore deve indicare ogni volta che percepisce il suono, anche se molto debole.
- Registrazione dei dati e generazione dell’audiogramma: I risultati vengono registrati sotto forma di audiogramma, un grafico che rappresenta la soglia uditiva per ciascun orecchio.
- Valutazione finale da parte del medico competente: Il medico analizza i risultati e decide eventuali approfondimenti o provvedimenti a tutela del lavoratore.
Quanto dura l’esame audiometrico?
L’esame audiometrico ha una durata media tra i 10 e i 20 minuti. Se inserito all’interno della visita medica per lavoro, il tempo complessivo può estendersi a circa 30 minuti per ciascun lavoratore.
Come si legge un esame audiometrico?
Il risultato del test audiometrico è rappresentato da un audiogramma, un grafico che visualizza la soglia uditiva del lavoratore in relazione a diverse frequenze sonore.
L’audiogramma viene interpretato dal medico competente per valutare l’eventuale presenza di ipoacusia e la compatibilità del lavoratore con la mansione svolta.
- Decibel (dB): indicano l’intensità sonora percepita. Più alto è il valore, maggiore è la perdita uditiva.
- Frequenze (Hz): rappresentano i toni (da gravi ad acuti) su cui viene valutata la capacità uditiva, generalmente tra 250 e 8000 Hz.
- Soglia normale (0–25 dB): indica che l’udito è nella norma e compatibile con l’esposizione controllata a rumori ambientali.
- Soglie oltre i 25 dB: suggeriscono un iniziale deficit uditivo, che può rendere necessaria l’adozione di misure preventive o correttive.
- Curve simili tra orecchio destro e sinistro: suggeriscono una perdita simmetrica, tipica del danno da rumore.
- Dislivelli marcati tra i due lati: possono indicare altre cause (non lavorative) e richiedere ulteriori accertamenti specialistici.
In caso di risultati non nella norma, il datore di lavoro – su indicazione del medico competente – è tenuto ad attuare misure correttive per tutelare il lavoratore.
Queste possono includere: la fornitura o adeguamento dei dispositivi di protezione individuale (DPI uditivi), la modifica delle condizioni di esposizione, il trasferimento a mansioni compatibili e, se necessario, l’invio a ulteriori approfondimenti clinici.
Tali interventi rientrano negli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/08, che impone di garantire ambienti di lavoro salubri e sicuri.
Quali sono i valori audiometrici normali?
I valori ottenuti da un esame audiometrico si definiscono normali o alterati in base all’entità della perdita uditiva rilevata.
La classificazione aiuta il medico competente a decidere se il lavoratore è idoneo alla mansione o necessita di ulteriori valutazioni.
- Udito normale (0–25 dB): si verifica quando il lavoratore percepisce suoni di bassa intensità senza difficoltà.
- Ipoacusia lieve (26–40 dB): evidenzia la difficoltà a percepire suoni deboli o in ambienti rumorosi; in questo caso è richiesto l’utilizzo di DPI per svolgere la mansione.
- Ipoacusia moderata (41–60 dB): compromissione uditiva significativa; questo risultato può influenzare l’idoneità.
- Ipoacusia severa (oltre 60 dB): perdita importante dell’udito; in questo caso è possibile richiedere un cambio mansione.
La valutazione deve sempre tener conto di età, storia clinica, esposizione e rischio professionale.